Mercato dei Fiori e delle Piante Ornamentali
Il mercato dei fiori dalla sede di via Andrea Doria è stato sposato nella sede provvisoria del Centro Carni di via Palmiro Togliatti 1280. Anche l'apertura al pubblico è stata modificata: ora gli acquirenti non fioristi possono andare il sabato dalle ore 8.30 alle 11.00.
Tra i banchi del mercato
La descrizione qui sotto appartiene alla vecchia location, diversi dei vecchi commercianti ma non tutti si sono trasferiti nella nuova sede provvisoria in attesa della sistemazione definitiva d'altronde è dal 1965 infatti che il mercato (una volta ospitato nei locali di via Urbana, Monti) aspettava una nuova sede.
Per avere più scelta, soprattutto per il piano dei fiori recisi, occorre avere fortuna o tentare di anticipare un po' l'orario del pubblico. Nel settore dedicato a piante e sementi invece l'offerta è piuttosto ricca anche negli orari non di competenza dei professionisti.
Il vantaggio di questo mercato è naturalmente il prezzo oltre che la grande disponibilità di colori, generi e specialità. Può capitare di portare a casa un mazzo di una dozzina di rose per sei euro.
Ideale per chi è in cerca di fiori per casa propria o per chi è capace di realizzare delle composizioni, è raro che i commercianti infatti possano realizzare dei veri e propri bouquet.
Oltre a rose, giacinti, tulipani, girasoli e altre specialità a seconda delle stagioni, si possono trovare anche altri tipi di decorazioni per abbellire tavole e case; mele, piccole zucche, bacche, pannocchie possono trasformarsi in bellissimi centrotavola. Con un po' di fantasia e abilità.
Il paese di Alice
“Quando sono arrivata al mercato dei fiori, lo ammetto, ero un po' preoccupata perché i fiori sono belli sì, ma sono anche un po' antipatici! Nel mio mondo ne ho incontrati di veramente dispettosi... Ve lo ricordate il film della Disney? Io arrivo tutta ben disposta ad ammirare rose, tulipani, gladioli e bocche di leone e loro finiscono per farmi la doccia e cacciarmi via...
Questa volta però invece sono stati tranquilli, tranquilli forse perché erano già stati raccolti tutti in bei mazzetti e quindi me li sono guardati con grande curiosità. C'erano tanti crisantemi di tutti i colori perché da poco era passata la festa dei morti, e poi gigli, roselline, girasoli, moltissime orchidee. Ho visto persino dei cavoletti, io che pensavo si mangiassero nella zuppa... Avevano dei colori bellissimi con sfumature dal bianco, al verde, al viola... Mamma li ha comprati e messi in un bel vaso e devo dire che hanno fatto una bella figura, meglio che nella minestra!”
Quattro passi più in là
Basta fare quattro passi fuori dal mercato per inoltrarsi nel più piccolo stato del mondo (appena 44 ettari), ma il più densamente popolato di meraviglie artistiche: naturalmente parliamo della Città del Vaticano. Per entrare, partendo da via Andrea Doria, si costeggiano le mura da cui si accede ai tesori dei Musei Vaticani, tappa obbligata di un soggiorno romano, come lo è la visita della basilica di S.Pietro, cuore della cristianità. Noi vi invitiamo però a posizionarvi al centro della piazza, esattamente su uno dei due dischi di marmo che si trovano tra le fontane gemelle e la base dell'obelisco: li riconoscete perché sopra c'è scritto CENTRO DEL COLONNATO. Ebbene, una volta piantati i piedi su una di quelle piccole circonferenze, sarete costretti a riconoscere anche il genio architettonico del Bernini: da quel punto, infatti, i due monumentali semicerchi che da quasi 400 anni abbracciano i fedeli riuniti in piazza, sembreranno formati da un'unica fila di colonne, anziché da quattro come in realtà è.
Risalendo via della Conciliazione verso il Tevere, vi segnaliamo due deviazioni tipicamente “romane”. Per la prima dovrete girare a sinistra in vicolo del Campanile: al civico numero 4 (ma altre fonti sostengono fosse al numero 2) abitava uno dei personaggi più (tristemente) noti della capitale. È la CASA DI MASTRO TITTA, il boia di Roma. Nella sua carriera al servizio dei papi Giovanni Battista Bugatti (questo il suo vero nome) eseguì più di 500 sentenze capitali, tra il 1796 e il 1864, in tutto il territorio dello Stato Pontificio. Delle sue imprese scrissero lord Byron e Charles Dickens, oltreché naturalmente il Belli in numerosi suoi sonetti. Nonostante l'ingrato compito, la figura di Mastro Titta è per molti romani quella di un uomo bonario, complici forse le superbe interpretazioni teatrali e cinematografiche che ne hanno dato due giganti come Aldo Fabrizi e Paolo Stoppa. Il mantello rosso utilizzato da Mastro Titta sul patibolo è tuttora conservato al Museo criminologico di Roma, in via Giulia.
Proseguendo lungo via della Conciliazione, ma questa volta dirottando i passi verso destra, verso Borgo S.Spirito, si giunge al complesso dell'Ospedale di S.Spirito. Nel cortile del Palazzo del Commendatore (ovvero del rettore dell'ospedale) vi consigliamo di alzare gli occhi verso un bizzarro orologio sormontato dal un cappello da cardinale. Ma è osservando il quadrante che si può apprezzare la particolarità più curiosa: la lucertola che funge da lancetta segna il tempo su un quadrante diviso in sole sei ore, anziché le consuete dodici. È la tradizionale ripartizione dell'OROLOGIO ROMANO, abbandonato ufficialmente solo sotto il papato di Pio IX, che impose il sistema francese tuttora in voga. Un altra caratteristica del complesso del S.Spirito è la presenza tuttora visibile della RUOTA DEGLI ESPOSTI, la prima di cui si abbia notizia in Italia: si tratta di una ruota girevole in legno – voluta da papa Innocenzo III nel 1198 - dove potevano essere deposti i neonati indesiderati, che così sarebbero stati accuditi dall'ospedale anziché essere abbandonati in strada o gettati nel Tevere.
DOVE | via Palmiro Togliatti 1280 |
GIORNI DI APERTURA | al pubblico solo il SABATO |
ORARIO | 8:30 - 11:00 |
metro | |
AUTOBUS |