Mercato Casilino 23
Ha più di vent'anni il mercato Casilino 23 inaugurato il 16 settembre 1993, un mercato di concezione moderna che sembra più un piccolo centro commerciale che non un mercato tradizionale e che infatti ha scelto di chiamarsi Galleria Commerciale Casilino.
Tra i banchi del mercato
Si tratta però di un centro commerciale all'aperto, che ricorda la piazzetta di un paese, con aiuole fiorite, panche, bagni, un bar con i tavolini, ma anche una struttura di plexiglass che protegge dalla pioggia.
Del mercato tradizionale ha perso la prevalenza dei banchi di ortofrutta (ce ne sono solo tre tra cui un coltivatore diretto di Fondi, presente al mercato solo alcuni giorni la settimana) a vantaggio di una serie di servizi: una libreria, un servizio catering, un venditore di skateboard professionali, un CAF e (primo fra tutti quelli da noi visitati) un centro per la cura delle unghie.
“Il nostro è un mercato diverso, nel tempo è cambiato molto: sono aumentati i box non alimentari e abbiamo cercato di rivolgerci ad una clientela più giovane, più varia rispetto a quella classica del mercato – ci spiega Claudia, che con la sua merceria è una delle prime ad essere arrivata al Casilino 23 - Ci mettiamo molto impegno nel tenerlo curato, pulito e colorato. I nostri unici strumenti per contrastare la concorrenza dei centri commerciali sono la qualità, la cordialità e i servizi a domicilio”.
A dire la verità il mercato Casilino 23 ha anche un'altra freccia nel suo arco: la comunicazione. Il Casilino 23 è dotato di wifi gratuito in collaborazione con il servizio della Provincia e, proprio perché si rivolge ad un pubblico vario e di età media, la trentina di operatori del mercato ha scelto di dotarsi di un sito Internet e di una pagina Facebook su cui segnalare tutte le promozioni e le iniziative. Ogni banco indica la sua offerta della settimana (dalla misticanza pulita a 1,80 al chilo al pollo arrosto a 6,50 al chilo con 2 etti di patatine fritte in omaggio) o il suo sconto (10% su 10 euro per esempio nel box dedicato alla cosmesi di Giuliano).
E sì perché il mercato Casilino 23 ha anche un esercizio dedicato alla cura dei capelli e del trucco. Si chiama Bellissima e, come ci spiega Giuliano, “è specializzato in prodotti professionali di qualità, molti anche con minerali biologici, a nickel 0, senza paraffina, perché siamo convinti che anche se siamo al mercato possiamo proporre trucchi di ottimo livello a buoni prezzi”. E anche qualche consiglio di bellezza gratis, possiamo aggiungere. E per la cura delle mani c'è il nail center di Emanuela aperto dopo aver lavorato nella merceria della sorella Claudia, accanto al box dei genitori Marco e Carla che trattano abbigliamento da sempre, prima al mercato di Tor Pignattara e poi da vent'anni qui.
Oltre a loro poi ci sono Angelo e Massimo con la loro pizzicheria, Tiziana con il suo cotto e mangiato (pronti a cuocere e pizza), Anna e la pasta all'uovo, Sabrina e Luigi con il pane e pasta, l'alimentari biologico con attenzione anche verso i celiaci, l'angolo del vintage e realizzazione di bomboniere, Daniele e l'angolo per gli animali.
Il paese di Alice
“A me piace molto disegnare. Con le matite, i pennarelli, i gessetti e pure le tempere. Qualche volta non si capisce molto cosa ho voluto fare e allora li chiamo disegni astratti! Di librerie nei miei girovagare con la mamma ne ho viste tante. Ma quella dentro il mercato Casilino 23 mi ha proprio stupito.
Intanto perché è dentro un mercato, poi perché è di una signora molto simpatica con i capelli argento e la matita sempre in mano. E infine perché c'è un tavolo con delle sedie dove noi bambini possiamo scrivere e disegnare. E' un tavolo piccolo e la signora con i capelli d'argento vorrebbe poter fare più spazio, ma nonostante chiedesse e chiedesse non glielo facevano fare. Allora mi sono decisa e gliel'ho chiesto io al sindaco: Per favore glielo dà un po' più di spazio alla libreria dentro il mercato che così ci vengono tanti bambini a fare i disegni? Insomma sarà per la mia richiesta (ho detto anche per favore) oppure no fatto sta che adesso la signora dai capelli grigi ha il suo spazio”.
Quattro passi più in là
Il quartiere Casilino è attraversato dalla “via Francigena del Sud”, la strada che i pellegrini giunti nella Città Eterna intraprendevano per raggiungere il porto di Brindisi e imbarcarsi alla volta della Città Santa di Gerusalemme. Se dal marcato tornate su via Casilina e vi incamminate verso il centro, dopo pochi passi vi imbatterete nella tomba della prima sovrana della storia a compiere questo viaggio: è il MAUSOLEO DI SANT'ELENA, la madre dell'imperatore Costantino. Fu lei a contribuire alla conversione del figlio, il primo a concedere libertà di culto ai cristiani nell'Impero. E secondo la tradizione fu proprio lei, nel corso del suo pellegrinaggio in Terra Santa, a ritrovare la tomba di Gesù Cristo e i resti della vera Croce. Osservando i resti del maestoso edificio circolare si posso ancora intravedere tracce di anfore vuote, che venivano utilizzate per alleggerire il peso della cupola. Queste anfore erano chiamate anche pignatte, e sono valse al mausoleo il nomignolo di “Torre delle pignatte”, che si è tramandato nei secoli fino a dare il nome al quartiere di Tor Pignattara.
In quest'area così ricca di suggestioni spirituali, proprio l'imperatore Costantino volle anche edificare una basilica in onore dei SANTI MARCELLINO E PIETRO, martirizzati durante la grande persecuzione del suo quasi-predecessore Diocleziano (vi risparmiamo la spiegazione del quasi, e tutti i passaggi storici di quel periodo dell'impero romano a cavallo dell'anno 300, caratterizzato dal passaggio tra la prima e la seconda tetrarchia...). Dalla parrocchia che porta oggi il nome dell'antica basilica si può accedere a un complesso di CATACOMBE che, con i suoi 18mila metri quadri, è il terzo per estensione di tutta Roma, e custodisce come uno scrigno preziosissime testimonianze della pittura paleocristiana. Un tesoro per decenni rimasto nascosto agli occhi dei visitatori, a causa del degrado degli ambienti che ne rendevano possibili solo aperture straordinarie, in attesa di radicali restauri. Ora questo vero e proprio museo sotterraneo potrebbe finalmente rivelarsi agli occhi del grande pubblico, ogni sabato e domenica, grazie ai lavori in parte finanziati da una Fondazione, che diventa così il primo stato musulmano a finanziare il restauro di un così importante patrimonio della cristianità. Che era meta di pellegrinaggio fin dall'antichità: i restauri, che hanno ridonato luce agli affreschi, hanno anche messo in evidenza i graffiti lasciati in caratteri runici dai “romei” giunti a piedi dal Nord Europa. Ma il vero boom turistico si realizzerebbe se mai un giorno venissero confermate le visioni di Maria Valtorta, che durante la Seconda Guerra mondiale scrisse nero su bianco la rivelazione avuta da Gesù: San Pietro non sarebbe stato sepolto sul luogo del suo martirio, in Vaticano. Secondo la mistica di Viareggio, le spoglie del primo apostolo sarebbero state trasportate – e tuttora riposerebbero – proprio nelle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro. Una scoperta che non solo cambierebbe la topografia del turismo romano, ma che stravolgerebbe la geografia spirituale della Roma cristiana.
Alle spalle del Mausoleo e delle Catacombe, si aprono i 12 ettari di spazio verde di Villa De Sanctis, spazio pubblico che dal 2003 ospita un PARCO DELLE SCULTURE. Alle cinque opere presenti dall'inaugurazione – tra le quali una “Luna” di 9 metri in ferro e vetro che l'artista greco Costas Varotsos ha dedicato a Pier Paolo Pasolini - dal 2010 si è aggiunta una sesta scultura, in omaggio ad Amerigo Tot, il maestro ungherese arrivato a piedi a Roma nel 1933 in fuga dalla Germania nazista, e a Roma morto nel 1984. La sua storia merita di essere raccontata: già allievo di Kandinskij e Otto Dix, nei primi anni a nella capitale si mantenne dormendo in ostelli per senzatetto e lavorando come zincografo per il quotidiano “Il Messaggero”, prima che una borsa di studio del Collegium Hungaricum e l'incontro con gli artisti di via Margutta arrivassero a dare slancio alla sua carriera. Basta un aneddoto per descrivere il carattere del personaggio: nel 1940, l'anno in cui l'Italia fascista entrò a fianco della Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale, Tot è chiamato a decorare con un bassorilievo la tomba della famiglia Goldoni a Bologna. E tra le 472 figure che ornano il suo “Giudizio Universale”, l'allora 31enne esule ungherese ebbe l'ardire di mandare all'inferno nientemeno che Hitler e Mussolini. Non stupisce dunque ritrovare Tot a combattere per la Resistenza: dal 1943 lo scultore servirà come ufficiale di collegamento e paracadutista agli ordini di Sandro Pertini, il partigiano destinato a diventare il Presidente della Repubblica più amato della storia d'Italia. Se siete romani e comunque il nome di Amerigo Tot non vi dice nulla, sicuramente avrete visto la sua opera principale decine e decine di volte: è suo infatti il fregio in alluminio di sapore vagamente futurista che orna il frontone della Stazione Termini. E, probabilmente non lo sapete, ma anche il suo volto non vi è nuovo: il multiforme artista ungherese infatti nel 1974 interpreterà il personaggio di Bussetta, il taciturno e fedelissimo sicario sempre vestito di nero chiamato dalla Sicilia per fare da guardia del corpo ad Al Pacino/Michael Corleone nel “Padrino – Parte II” di Francis Ford Coppola. Nel film farà una brutta fine, ucciso da un comandante dell'esercito cubano mentre cerca di soffocare a morte il boss rivale Hyman Roth in un ospedale dell'Avana, la notte di capodanno. La morte di Amerigo Tot lo sorprenderà invece dieci anni dopo quella cinematografica, all'età di 75 anni, il 13 dicembre del 1984, nella città che amava e che lo aveva ormai adottato.
DOVE | via Francesco Ferraironi |
GIORNI DI APERTURA | Lunedì - Sabato |
ORARIO | 7:00 – 14:00 (Martedì – Giovedì – Sabato 7:00 – 19:00) |
PARCHEGGIO | intorno al mercato |
AUTOBUS | da Termini, Linea Giardinetti |
info | WWW.CASILINO23.COM/ |