Mercatino Giapponese

veronica

icona abbigliamentoicona vintageIl mercatino giapponese nasce nel 2007 dal desiderio di un gruppo di giapponesi a Roma  di creare uno spazio di incontro per dialogare, conoscersi, stare insieme.

Tra i banchi del mercato

“Siamo partiti dall'idea che chi era interessato alla cultura giapponese poteva diventare un 10interlocutore privilegiato per approfondire la conoscenza – spiega Kayo tra le fondatrice del mercatino – quando abbiamo iniziato avevamo solo una ventina di banchi, oggi in media ce ne sono un'ottantina che attraggono fino a duemila visitatori al giorno”. E così aggirandosi tra questi ottanta banchi puoi trovare veramente di tutto dal mondo nipponico: manga e cartoni animati, naturalmente, ma anche oggettistica come le tradizionali bamboline portafortuna kokeshi, kimoni o lampade, creazioni artistiche ispirate al mondo giapponese come magliette coi supereroi o ceramiche decorati su motivi che ricordano le immagini di Studio Ghibli.
Come Giulia tra gli espositori storici del mercatino, le cui creazioni in ceramica nascono da un amore antico quello per la cultura giapponese. “Tutto è iniziato a quindici anni quando leggevo i manga – racconta – poi ho cominciato a far ceramica e per gioco ho provato ad unire queste due passioni. Io espongo fin dai primi tempi quando eravamo pochi banchi e stavamo in un'associazione giapponese, poi per anni il mercatino è stato organizzato al Circolo degli Artisti poi al Black Out sulla Casilina”. Negli ultimi anni si alterna tra il caffé letterario (d'inverno) e lo spazio a via Biordo Michelotti sulla Prenestina.
1Quello che colpisce passeggiando tra i banchi è incrociare tanti clienti abbigliati come i loro beniamini, parrucche, trucco, look perfetto. Come Annary che con la cultura giapponese è cresciuta visto che i suoi genitori la portavano bambina ad Expo cartoon, poi crescendo ha sviluppato la sua passione diventando illustratrice e ricreando molti personaggi attraverso bozzetti che esponeva al Romics. “Oggi ho più tempo per dedicarmi al cosplay e mi sono messa io stessa a realizzare i costumi dei miei personaggi preferiti da Sailor Moon a Lolita“ ci racconta.
C'è chi la cultura giapponese la vive attraverso l'arte degli origami e la passione per il té giapponese. “Il mio amore per il té è di vecchia data per me e sono felice di essere riuscita a trasformarlo in un lavoro – racconta Veronica – oltre al té che importo dal Giappone ho cominciato ad interessarmi all'oggettistica legata a questo rituale e poi è nata la passione per gli origami che ora faccio io e vendo insieme al tè. Lo stare insieme di fronte ad una tazza di té completamente naturale con semplicità, creare qualcosa di bello senza mezzi particolarmente costosi sono cose che mi piacciono, cerco di coltivare il valore della sobrietà e del piacere allo stesso tempo”.
Oltre al sushi bar, dove si possono trovare accanto ai piatti di pesce crudo anche altri tipici cibi yuri murayamagiapponesi, meno famosi ma ugualmente deliziosi come i dorayaki, i dolci guarniti di marmellata di fagioli azuki, il mercatino è l'occasione anche per altre attività come gare di cosplayer, corsi di lingua giapponese, karaoke o workshop per imparare a realizzare origami o ikebana con la maestra Yuri Maruyama. “Il senso del tempo che è passato ce lo danno i primi visitatori, curiosi, che nel tempo sono diventati espositori e magari con i loro prodotti finiscono per esporre in grandi fiere ma sono partiti con noi – racconta Kayo – oppure c'è l'aspetto privato, espositori che nel corso di questi anni si sono sposati, hanno avuto figli ma continuano a tornare al mercatino giapponese”.

Il paese di Alice

“Il mercatino giapponese è stata proprio una rivelazione... Io in Giapponese ancora non ci sono 11stata però ci voglio andare presto perché devo andare a trovare Totoro. Non sapete chi è Totoro? E' un animalone buono a metà tra un orso e un procione e quando vuole può diventare invisibile. E' il protagonista di un cartone che a me piace molto che ha fatto un signore che si chiama Hayao... un nome piuttosto buffo ma che in realtà è un nonno con i baffi bianchi che sa fare disegni bellissimi. Quando sono stata al mercatino giapponese ho incontrato una ragazza che è brava quasi quanto lui e disegna delle tazze per far la colazione piene di Totoro, così per il momento, che in Giappone ancora non ci posso andare, quando voglio vedere Totoro vado al mercatino”.

icone ricetta

LA RICETTA DI ALICE

DORAYAKI CON AN (MARMELLATA DI FAGIOLI AZUKI)

Preparate i pancake: mettete tre uova in una ciotola e sbattetele bene con 120 g. di zucchero e 60 g. di miele, fino a ottenere un composto spumoso. Sciogliete il bicarbonato in 50 ml di acqua e unitelo al composto. Aggiungete la farina setacciata e mescolate accuratamente. Mettete poco olio in una padella e scaldatelo, quindi versate un cucchiaio di composto dandogli una forma circolare del diametro di 10 cm. Fate cuocere per circa 2-3 minuti, fino a che sulla superficie si formano delle bollicine, giratelo e fate cuocere l'altro lato giusto qualche secondo per asciugarlo. Prendete un pancake e spalmatelo di An dal lato meno cotto, chiudete sovrapponendo un altro pezzo.
Preparate l'An, marmellata di fagioli azuki: lavate 150 g. di azuki secchi e lasciateli a bagno per una notte in una casseruola con un litro di acqua. Il giorno successivo mettete la casseruola sul fuoco. Appena raggiunge il bollore scolate e sostituite l'acqua. Fate questa operazione per due volte: in questo modo si eliminerà il sapore amaro dei fagioli. Rimettete nuovamente gli azuki nella casseruola con un litro di acqua pulita e cominciate la cottura vera e propria. Quando inizia a bollire abbassate il fuoce e lasciate cuocere per circa un'ora, finché prendendo un fagiolo tra le dita non si rompe facilmente. Scolate i fagioli e rimetteteli ancora sula fuoco, con lo zucchero, a fiamma bassa. Mescolate per circa 5, 10 minuti affinché si sciolfa completamente lo zucchero. Infine unite un pizzico di sale. Togliete dal fuoco e fate raffreddare.

La cucina di Maki, Lit Edizioni

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